28 febbraio 2006

Imola-Barcellona: Andata e ritorno in 4 giorni su due ruote

Questa è la storia di due giovani che hanno fatto il “solito” giro del fine settimana.
Siamo quasi a metà giugno e l’appuntamento è alle 4.30 al Bar Luisa. Fuori ci sono 8° C, ma visto il periodo scelgo un abbigliamento leggero. Al Bar Albe è già arrivato, vestito pesante e ciò fa nascere in me un dubbio. Prendiamo il caffè, qualche chiacchera con le bariste, foto di rito da una signorina che passa per caso e via!

Il mio dubbio diviene certezza: sono congelato! ma capisco un’altra grande verità: sono un coglione!
Non scendiamo mai sotto i 150 km/h se possibile. A Parma deviamo per La Spezia che risulta più lenta della A1, ma molto più divertente su due ruote visti i curvoni che la caratterizzano. Non sarebbe male nemmeno il panorama se non fosse notte.
La prima sosta è in un’area di servizio dispersa nell’Appennino, tremiamo vistosamente per il freddo ma almeno inizia a schiarire. Qui la prima sorpresa positiva: conosciamo un camionista simpaticissimo che scopriremo essere un motociclista, ci intratteniamo con qualche chiacchiera e ci offre oltre ai caffè qualche dritta per la Spagna: un gran signore! Foto di rito e ripartiamo dopo 45 minuti indispensabili per scaldarsi.

Un curioso incontro lo abbiamo allo svincolo per Genova. Arrivati lunghi di pochi metri, ci affianca un buffo automobilista che, dichiaratosi biker, ci spiega dettagliatamente come tornare sulla via per Barcellona, tutto questo sotto le segnalazioni autostradali. Non capiamo se ispiriamo simpatia o compassione.
Dopo qualche rallentamento a Genova a causa del traffico mattutino, la via si libera e si comincia sul serio: il sole inizia a scaldare, bellissime le strade e il panorama tra monti, mare e aree di macchia mediterranea, ci sono motociclisti ovunque e l’entusiasmo sale.

La sosta successiva riserva parecchie sorprese. Ci fermiamo per il pieno e per riprenderci dagli ultimi brividi. Ci sono molti gruppi di motociclisti di vario numero, di ogni tipo e quasi tutti diretti in Catalunia. Improvvisamente si sente un rombo assordante, sfilano sulla strada alcune decine di custom: motoclub di Palermo ( se non ho letto male ), la scena è suggestiva quanto rumorosa, sembra quasi di essere entrati in un film. Si chiacchiera con chiunque poi l’impensabile: di fianco alla mia moto vedo un mio compaesano, un Bubanese! Anche lui in marcia con la nostra stessa meta, saremo compagni anche in tappe successive ( 1500 anime e guarda dove ci si ritrova!).
Finalmente inizia a fare caldo sul serio, maciniamo quanti più km possibili e ci fermiamo solo per i rifornimenti sino all’ora di pranzo, qui la decisione più importante: proseguiamo diritto sino a Barcellona senza soste in Francia per la notte!
Le strade francesi sono davvero costose e la parte più interna è piuttosto monotona, la cortesia non è di casa: 5 minuti per farsi dare una coca tra mille sorrisini delle bariste; abbiamo risposto con infinita signorilità con qualche insulto in “romagnolo stretto” e col sorriso sulle labbra. Un attimo di panico tra Mont Pellier e Nimes: circa 100 km senza aree di sosta e Albe è in riserva. In scia a un TIR arriva a motore spento al rifornimento, che culo!

Finalmente la frontiera franco-spagnola, c’è qualche rallentamento. Incredibile l’ordine e la molteciplità di persone che accorrono all’evento, sembra di essere a un motoraduno: ci sono italiani, francesi, tedeschi, svizzeri, inglesi, irlandesi, con ogni genere di mezzo e di attrezzatura.
Mancano solo pochi km alla meta e procediamo a testa bassa sino all’uscita di Barcellona. Pausa paglia per Albe, io mi riposo un po’, foto reciproche.
Il casello sembra un muro immenso, c’è parecchio traffico, dopo 1200 km in un sol colpo siamo stanchi e doloranti ( le fitte a spalle,collo e braccia sono molto forti ) ma abbiamo l’aria soddisfatta ed inorgoglita dall’impresa appena terminata.
Ripartiamo per il centro della città, dove abbiamo contattato un ostello per una camera.
Barcellona è una città che rapisce gli sguardi, anche per turisti esausti in cerca di una camera come i sottoscritti, con le sue stranezze, i viali, edifici d’ogni genere, monumenti. La stanchezza è tanta ma la voglia di visitare la città è di gran lunga superiore.

Prendiamo una stanza a pochi metri da Placa de Catalunia, portiamo le moto in un garage ( ma solo la prima notte poichè ben più caro del nostro ostello! ).
In Placa de l’universitat c’è un palco con musica, ci godiamo la passeggiata tra un viale che percorriamo e alcuni curiosi palazzi e negozi: forse io mi godo un po’ più questo scorcio di città perché ho già lasciato le valige in camera, Albe è distrutto e sembra un cammello coi bagagli per il viaggio con le sue DUE borse laterali cariche in spalla.
La sera, dopo una doccia ristoratrice, facciamo una passeggiata sulla Rambla: questo immenso viale è un mix di luci e colori, gente d’ogni razza e locali per tutti i gusti, ovviamente non possono mancare artisti di strada più o meno curiosi. Ci fermiamo in un ristorante che ci ispira, un po’ per l’aria rustica, un po’ per la fame, rimaniamo soddisfatti della cena e del costo e dopo una bottiglia di vino capiamo che la serata è giunta al termine ( i salumi spagnoli attirano la mia attenzione quasi come le belle signorine ).
L’indomani mattina ci alziamo con calma e facciamo i turisti. Bellissimi e insoliti, per noi, i negozietti che si succedono sulla Rambla: dalle edicole alle bancarelle di fiori, curiose le bancarelle di animali ( qua vendono di tutto: da galline e piccioni ai rettili ), non possono mancare pittori e mimi d’ogni genere.
Vorrei aprire una piccola parentesi per il mercato, per i golosi come me e non solo è un must, pesce, carni e salumi, frutta e dolciumi, già basterebbero a farmi perdere la testa, ma qui si può persino pranzare! Tutte le bancarelle si sviluppano su una rete di passaggi perpendicolari, nel caos delle persone che girano c’è il più rigoroso e razionale ordine. Ahimé è ora di andare e qui ho lasciato il cuore, questo piccolo angolo della città concilia alla perfezione l’utile al dilettevole!
Una visita alla statua di Colombo, rimaniamo perplessi nel vedere superman sul tetto del museo delle cere, curiosiamo in qualche vicolo e via a pranzo.
Il pomeriggio andiamo in avanscoperta a Mont Melò per ritirare i pass e studiare la situazione per il giorno della gara: c’è gente ovunque, ma l’atmosfera è piuttosto tranquilla.
La sera facciamo il nostro ultimo giro da turisti in città nel quartiere gotico: quasi tenebrosa l’atmosfera tra le scure vie nella notte. Un’ultima ottima cena, anche per i prezzi e poi a letto. Una nota penso sia doverosa verso questa gente: solare, disponibile, allegra, mi hanno davvero impressionato.
Domenica mattina, qualche difficoltà nel trovare un bar per la colazione e poi via verso il circuito.

Mont Melò è una bolgia, mai viste tante moto assieme: i parcheggi, completamente pieni, non hanno fine a vista d’occhio. Entriamo nei paddok e facciamo il pieno di gadget e omaggi, qui è come stare a una fiera dove gli sponsor non perdono l’occasione di mostrare i loro marchi…buon per noi!
Curiosiamo tra i camper e gli appostamenti dei vari team e sorpresa, incrociamo Valentino Rossi mentre entra ai box.
Evito i complimenti sulle ragazze perché si sprecherebbero, notevoli, qualità di gran lunga superiore a quella già ottima dei salumi locali.
Pranziamo e andiamo a vedere la motoGP. Qua è una festa, si parla con tutti anche se non capisci nulla: ho passato 5 minuti a parlare con un irlandese e io e l’inglese non siamo proprio amici. Inizia la gara ed è un’ovazione continua, si applaude lo sport, lo spettacolo, non ci sono fischi e gli italiani sembrano essere particolarmente apprezzati ( Ducati compresa ).
La gara finisce, tutti ricordiamo come, il deflusso è di una rapidità sconvolgente: in mezz’ora siamo in autostrada, qui l’ultima piacevole sorpresa che ci riserva la Spagna, i cavalcavia sono gremiti di persone che salutano tutti i motociclisti di ritorno a casa, noi ricambiamo con clacson, lampeggi e qualche saluto; mentre le aree di servizio sono l’ultimo punto di incontro comune prima di ripassare la frontiera, qualche chiacchiera aspettando di fare rifornimento con altri italiani tra burn out e impennate. Sono gli ultimi sussulti di una grande festa.
Il viaggio terminerà il giorno seguente, col rimpianto che sia finito tutto tanto velocemente ma con la piena soddisfazione di aver intrapreso tale avventura.
L’ultimo pensiero è la frase di Albe con cui abbiamo iniziato questa “scampagnata”, un inno oramai e non solo per me: “ma chi ci fa paura a noi? Nessuno!….e se piove? Ci bagneremo!

Un ultimo, doveroso omaggio va alle nostre moto: sempre impeccabili in tutte le situazioni e in talune circostanze al centro dell'attenzione tra gli sguardi dei curiosi!

25 febbraio 2006

:: Nasce il blog dei Rami Secchi ::

Finalmente è ufficiale: è nato il bolg dei Rami Secchi ...e non ci ferma più nessuno!

Ma vi chiederete: chi cazzo sono sti Rami Secchi?
I Rami Secchi sono un gruppo di amici, ma sopratutto di bikers, che vogliono condividere col web le loro esperienze e racconti di uscite in moto.
Buona lettura e siate compassionevoli di questi giovani a volte un pò svampiti a volte un pò coglioni!

"Aspetto che il panico cresca, quando la paura si trasforma in visioni celestiali,
inizio a staccare..."

- K. Schwanz -